Nella serie “Icone” -serie che vuol essere una prosecuzione di P*rno- le immagini sacre della Storia dell’Arte, ricavate dalla scansione di alcune cartoline e cataloghi acquistati da bookshop di musei o prelevate direttamente dal web, perdono la loro sacralità diventando immagini di consumo; altre fotografie prodotte con lo scopo di essere consumate, realizzate in sala pose,
o provenienti da un archivio fotografico personale, acquisiscono invece una sacralità trasformandosi in nuove icone del contemporaneo.
I lavori presentati sono composti da fotografie manipolate in post-produzione in cui vengono sottratti allo sguardo alcuni particolari del corpo o delle scena stessa, mostrando così solo dei frammenti. Frammenti che vogliono rimandare metaforicamente al processo storico destinato a perdersi nel tempo, pervenendo a noi come tanti “still-frame” o come frammenti di una ipotetica “story” su uno dei tanti social network.
La sovrapposizione delle lastre di vetro (tre per ogni lavoro) su cui sono stampate le fotografie rimanda alla profondità spaziale in cui si trovano le immagini all’interno del web: immagini che funzionano come “iperlink” in grado di portarci verso una lettura nei meandri sempre più profondi e nascosti, ma che sono in grado di dare comunque uno sguardo unitario al racconto stesso fatto di frammenti disgiunti.