I lavori sono composti da fotografie manipolate in post-produzione provenienti dal mondo del porno e dello scambismo, da immagini tratte da archivi personali e da fotogrammi in pellicola cinematografici convivono allo stesso tempo. Alcuni particolari delle immagini vengono sottratti allo sguardo mostrando così solo dei frammenti. Frammenti che vogliono rimandare metaforicamente al processo storico destinato a perdersi nel tempo, pervenendo a noi come tanti “still-frame” o come frammenti di una ipotetica “story” su uno dei tanti social network.
La sovrapposizione delle lastre di vetro (tre per ogni lavoro) su cui sono stampate le fotografie rimanda alla profondità spaziale in cui si trovano le immagini all’interno del web: immagini che funzionano come “iperlink” in grado di portarci verso una lettura nei meandri sempre più profondi e nascosti, ma che sono in grado di dare comunque uno sguardo unitario al racconto stesso fatto di frammenti disgiunti.